Disturbo Borderline e Disregolazione del Sistema degli Oppiodi endogeni
- Raffaela Camiscia
- 22 ott 2023
- Tempo di lettura: 1 min
Ci sono diverse evidenze che dimostrano una probabile implicazione di del sistema oppioide (EOS) nel Disturbo Borderline dei Personalià (BPD). Ciò sembra influire su diversi comportamenti messi in atto da soggetti BPD: nella socializzazione, nel comportamento sessuale rischioso e nell’impulsività. Un comportamento palese è la scelta di droghe che sono in grado di stimolare i recettori -μυ, come oppioidi e farmaci per dormire (Campbell, G., 2016). Nell’immagine sottostante una schematizzazione delle aree del piacere tra cui VTA del mesencefalo e nucleo accumbens.

Principalmente si cercano evidenze per una base neurobiologica dell’automutilazione non suicidaria che si osserva in questa patologia. Sono stati condotti diversi studi sull’argomento che si propongono di strutturare un possibile intervento farmacologico per i casi estremi di automutilazione proprio riuscendo a capire precisamente i meccanismi sottostanti a quest’ultima. La maggior parte di questi studi ha campionato per gli esperimenti pazienti affetti da BPD che
avevano eseguito atti automutilanti almeno una volta nella loro storia clinica (Sadeh N., et al.2014). Alcuni hanno identificato l’ipotesi di una possibile ridotta sensibilità dei recettori -μυ (Bandelow C., et al 2010; Prossin, A., et al 2010). Quindi alla luce di tutto questo l'ipotesi fondamentale è che i tagli auto-inflitti dai BPD potrebbero essere una specie di automedicazione, una consapevolezza inconscia che l’automutilazione induce la produzione di oppioidi endogeni i quali, quando si diffondono nel corpo, danno un senso di sollievo emotivo dal dolore, agendo quindi sull’aspetto affettivo. L'autolesionismo quindi risulterebbe avere su EOS lo stesso effetto che avrebbero oppioidi o sostanze in grado di attivare i recettori -μυ.



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